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investire in btp
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Investire

13 feb 2025

BTP: un investimento sicuro o un rischio sottovalutato?

Negli ultimi anni, con l’introduzione di nuove emissioni come i BTP Più, l’interesse verso queste obbligazioni è aumentato, attirando investitori che cercano stabilità e rendimenti prevedibili.

Tuttavia, investire in BTP senza conoscerne il funzionamento e i potenziali rischi può essere un errore.

È davvero la soluzione giusta per proteggere il proprio capitale? Oppure esistono alternative migliori?

In questo articolo esploreremo più da vicino cosa sono i BTP, quali sono i vantaggi e gli svantaggi da considerare e come integrarli nel tuo portafoglio di investimento.

Cosa sono i BTP?

I BTP sono titoli obbligazionari (detti anche Bond) emessi dallo Stato italiano per raccogliere fondi da investire nella spesa pubblica, nelle infrastrutture e nei servizi essenziali. 

Acquistando un BTP, si presta denaro allo Stato, che in cambio si impegna a restituire il capitale investito alla scadenza e a pagare periodicamente degli interessi, sotto forma di cedola.

L’emittente (in questo caso lo Stato) incentiva a tenere il titolo fino a scadenza ma questo non significa che non possono essere venduti prima, infatti possono essere acquistati e venduti in qualsiasi momento sul mercato secondario, ma ci sono dei rischi da considerare che vedremo più avanti nel testo.

Il rendimento dei BTP: come funziona davvero?

Quando si investe in Buoni del Tesoro Poliennali (BTP), il rendimento complessivo proviene da due componenti principali: il flusso cedolare e la differenza tra il prezzo di acquisto e il valore nominale rimborsato a scadenza.

Nel caso di acquisto in asta, il titolo potrebbe essere emesso a un prezzo inferiore al valore nominale (100), creando così uno "scarto d’emissione", ovvero un guadagno aggiuntivo al momento del rimborso. 

Se invece il BTP viene acquistato sul mercato secondario, il rendimento dipenderà dalla differenza tra il prezzo pagato dall’investitore e il valore nominale rimborsato alla scadenza.

Un aspetto fondamentale riguarda il meccanismo delle cedole. In molti casi, queste vengono stabilite al momento dell’emissione e rimangono costanti per tutta la durata del titolo, garantendo una prevedibilità nei flussi di cassa per l’investitore. 

Tuttavia, esistono anche BTP con cedole indicizzate a determinati parametri economici, come l’inflazione o il tasso di interesse di riferimento, rendendo il loro rendimento più dinamico.

Alcune emissioni speciali possono prevedere premi aggiuntivi per chi mantiene il titolo fino alla scadenza (come i nuovi BTP Più), oppure strutture di tassi variabili, come i BTP con sistema step-up, che offrono cedole crescenti nel tempo.

Un ulteriore vantaggio dei BTP riguarda la tassazione agevolata: i rendimenti sono soggetti a un’aliquota del 12,5%, inferiore rispetto alla tassazione del 26% applicata a molti altri strumenti finanziari, come le obbligazioni corporate o gli investimenti azionari. Questo li rende particolarmente interessanti per chi desidera ottimizzare il proprio carico fiscale sugli investimenti.

Vantaggi e rischi dei BTP

Grazie alla loro struttura chiara e al rendimento prevedibile, le obbligazioni vengono spesso percepite come un’opzione di investimento più sicura rispetto ad asset più volatili, come le azioni. Questa caratteristica le rende particolarmente attraenti per chi cerca stabilità nel proprio portafoglio.

Tuttavia, è essenziale riconoscere che, sebbene siano generalmente considerate strumenti a rischio contenuto, non sono esenti da possibili rischi.

Per investire in modo consapevole, è importante valutare sia i benefici che le potenziali insidie legate a questo tipo di strumento finanziario.

Vantaggi dei BTP

Uno dei motivi principali per cui i BTP vengono scelti dagli investitori è la loro capacità di offrire stabilità e prevedibilità nel tempo. Essendo titoli di Stato emessi dal governo italiano, garantiscono pagamenti periodici sotto forma di cedole, che forniscono un flusso di reddito costante per tutta la durata dell’investimento.

Questa caratteristica li rende particolarmente interessanti per chi desidera un portafoglio più bilanciato o per chi cerca una rendita regolare, come gli investitori che vogliono integrare il proprio reddito senza esporsi a troppa volatilità.

Un altro grande vantaggio dei BTP è il loro ruolo nella diversificazione del portafoglio. In un contesto in cui gli asset più rischiosi, come le azioni, possono subire forti oscillazioni, i titoli di Stato agiscono spesso come elementi stabilizzatori, contribuendo a ridurre la volatilità complessiva degli investimenti. 

Questo è particolarmente vero per i BTP con scadenza più breve o con rating più elevato, che tendono a mantenere il loro valore meglio rispetto ad altri strumenti finanziari nei momenti di incertezza economica.

Oltre alla loro funzione di riduzione del rischio, i BTP offrono anche la certezza del rimborso del capitale a scadenza

A differenza di altri strumenti più speculativi, dove il valore finale può variare significativamente, chi detiene un BTP fino alla scadenza riceverà l’intero valore nominale dell’investimento, a meno di un evento di default, che nel caso di obbligazioni governative di paesi solidi come l’Italia è considerato improbabile.

Grazie a queste caratteristiche, i BTP sono spesso percepiti come una soluzione sicura per chi desidera preservare il proprio capitale nel tempo, senza rinunciare a una componente di rendimento prevedibile.

Rischi dei BTP

Sebbene le obbligazioni offrono diversi vantaggi, non tutte sono uguali e presentano rischi specifici che ogni investitore dovrebbe conoscere prima di inserirle nel proprio portafoglio.

  1. Rischio di credito: quanto è affidabile l’emittente?

Uno degli aspetti più importanti da valutare è la solidità finanziaria dell’emittente. Se lo Stato dovesse trovarsi in difficoltà economiche o, nel peggiore dei casi, andare in default, il valore del titolo potrebbe ridursi drasticamente o addirittura azzerarsi.

  1. Rischio di tasso d’interesse: l’effetto dei tassi sulle obbligazioni

L’andamento dei tassi d’interesse è un altro elemento chiave che può influenzare il valore delle obbligazioni. Quando i tassi aumentano, il prezzo delle obbligazioni già in circolazione tende a diminuire. Questo accade perché i nuovi titoli offrono cedole più alte, rendendo meno appetibili le obbligazioni precedenti, che pagano interessi inferiori.

Per chi mantiene il titolo fino alla scadenza, questo effetto è poco rilevante, poiché il capitale investito verrà comunque rimborsato. Tuttavia, chi ha la necessità di vendere prima potrebbe subire una perdita sul valore di mercato.

  1. Rischio di inflazione: il potere d’acquisto del rendimento

Un altro fattore da considerare è l’erosione del potere d’acquisto dovuta all’inflazione. Se il tasso di inflazione supera il rendimento dell’obbligazione, il valore reale dei flussi di cassa che l’investitore riceve nel tempo si riduce.

Questo fenomeno ha un impatto maggiore sulle obbligazioni a lungo termine, poiché più passa il tempo, maggiore è l’incertezza sull’andamento dell’inflazione. 

  1. Rischio di liquidità: riuscirai a vendere senza perdite?

Non tutte le obbligazioni hanno la stessa facilità di negoziazione. Il rischio di liquidità si verifica quando un investitore ha difficoltà a vendere un’obbligazione sul mercato secondario.

Le obbligazioni più scambiate, come i titoli di Stato di Paesi sviluppati, tendono a essere più liquide, mentre titoli meno richiesti possono risultare più difficili da vendere senza subire perdite.

Non esiste un titolo perfetto per ogni situazione, motivo per cui è essenziale effettuare una valutazione attenta prima di investire, come vedi dal grafico obbligazioni diverse hanno rendimenti differenti.

Comprendere questi aspetti ti aiuterà a prendere decisioni più consapevoli e ad evitare sorprese nel lungo periodo.

Conviene oggi investire in BTP?

Quando si parla di obbligazioni emesse da uno Stato, l’attenzione degli investitori tende a concentrarsi sul rendimento offerto. Un BTP che paga interessi elevati può sembrare una grande opportunità, ma è fondamentale capire perché quei rendimenti sono così alti.

Per dare un’idea della portata di questo dato, nel 2023 l’Italia ha speso circa 80 miliardi di euro solo per pagare gli interessi sul debito esistente, pari a circa il 3,8% del PIL. Una cifra enorme, che pesa sulle finanze pubbliche e riduce le risorse disponibili per investimenti produttivi e servizi essenziali.

Più un Paese è indebitato, più diventa vulnerabile a eventuali rialzi dei tassi d’interesse. Se il costo del debito aumenta, lo Stato deve destinare una fetta sempre più ampia del bilancio al pagamento degli interessi, riducendo la capacità di investire in crescita e sviluppo.

Questo crea un circolo vizioso: più il debito cresce, più il mercato percepisce un rischio di insolvenza, e più i tassi richiesti dagli investitori salgono.

Un titolo di Stato con un tasso d’interesse particolarmente alto spesso riflette:

  • Un aumento del rischio Paese, legato a instabilità politica o difficoltà economiche.

  • La necessità del governo di rendere più attraenti i propri titoli per trovare acquirenti.

  • La possibilità che, in futuro, i rendimenti possano essere ridotti attraverso nuove politiche economiche o fiscali.

Questo non significa che i BTP siano un cattivo investimento in assoluto. Le obbligazioni governative restano un elemento fondamentale di un portafoglio bilanciato, poiché offrono rendimenti prevedibili e la garanzia dello Stato.

Ma questo non toglie che bisogna considerare attentamente anche i rischi di cui abbiamo parlato precedentemente.

Per ridurre questi rischi, la diversificazione è essenziale. Invece di investire esclusivamente in BTP o in un’unica categoria di obbligazioni sovrane, è più prudente costruire un portafoglio che includa:

Obbligazioni di diversi emittenti, combinando titoli di Stato di Paesi solidi con obbligazioni corporate affidabili.
Scadenze differenziate, per bilanciare liquidità e rendimento nel tempo.
Diversificazione geografica, includendo mercati con prospettive economiche diverse.

Un portafoglio ben costruito permette di ridurre l’impatto negativo di eventuali problemi specifici di un Paese o di un settore economico, offrendo una maggiore stabilità nel lungo periodo.

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