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Come Investire per Recuperare le Minusvalenze
Come Investire per Recuperare le Minusvalenze

Investire

6 ago 2024

Come Investire per Recuperare le Minusvalenze: Guida Completa

Hai venduto alcuni strumenti finanziari in perdita e accumulato tante minusvalenze da recuperare nel tuo cassetto fiscale degli investimenti? 

Allora questa guida fa al caso tuo: ti aiuterà a orientarti nella giungla della fiscalità italiana sulle rendite finanziarie e a ottimizzare i tuoi investimenti anche dal punto di vista fiscale.

Ecco cosa troverai all’interno di questo articolo: 

  1. Tasse sugli investimenti: tutte le aliquote possibili

  2. Cosa sono le minusvalenze e come funziona il cassetto fiscale

  3. Compensazione delle minusvalenze: lo stato dell’arte e le novità (forse) in arrivo

  4. Le strategie per ottimizzare la tassazione degli investimenti

  5. Ha davvero senso investire per cercare di recuperare le minusvalenze?

  1. Tasse sugli investimenti: tutte le aliquote possibili

Per capire bene il funzionamento delle minusvalenze e del cassetto fiscale, dobbiamo prima comprendere come funziona il sistema della tassazione delle rendite finanziarie in Italia perché sono due argomenti estremamente connessi. 

Quando chiudi un’operazione di compravendita di strumenti finanziari, infatti, possono verificarsi solo due casi:

  1. vendi lo strumento ad un prezzo più alto rispetto al prezzo di acquisto, maturando quindi un profitto, una cosiddetta plusvalenza

  2. vendi lo strumento ad un prezzo più basso rispetto a quello di acquisto, incassando dunque una perdita, una minusvalenza

Sulle plusvalenze, lo Stato italiano ha deciso che una parte del guadagno debba essere versata alle casse pubbliche a titolo di imposta

In particolare, sulle plusvalenze di natura finanziaria, l’aliquota è fissata al 26%, tranne che per i titoli di Stato e i titoli di debito emessi dagli organismi sovranazionali (come ad esempio la BEI o il Fondo Monentario Internazionale) a cui si applica l’aliquota ridotta del 12,5%

Lo stesso identico discorso si applica per i dividendi e le cedole che si incassano dalle azioni, dalle obbligazioni, dai fondi comuni di investimento e dagli ETF: ciò che conta per la determinazione dell’aliquota di tassazione è lo strumento sottostante.

Se dunque incassi un dividendo da un’azione, i proventi saranno tassati al 26%; se incassi una somma a titolo di divendo da un ETF obbligazionario, ti sarà applicata un’imposta del 12,5%.

Facciamo un esempio:

  • acquisti un’azione dell’azienda Alfa al prezzo di 100€ e la rivendi al prezzo di 150€.
    Hai ottenuto un guadagno di 50€, su cui dovrai pagare il 26% di imposta, ossia 13€.
    Ne consegue che il tuo guadagno al netto della componente fiscale è di 37€. 

  • se compri un’obbligazione, diciamo al prezzo di 100€ e la rivendi al prezzo di 110€, il tuo guadagno netto sarebbe di 8,75€ perché sulle plusvalenze derivanti da vendita di obbligazioni ti verrebbe applicata l’aliquota ridotta del 12,5%. 

Qua sotto trovi una tabella riepilogativa di come vengono tassate le plusvalenze e relativi dividendi e cedole di tutti gli strumenti finanziari acquistabili. 

tabella tassazione sulle plusvalenze
  1. Cosa sono le minusvalenze e come funziona il cassetto fiscale

Quando vendi in perdita, registri una perdita e accumuli un credito d’imposta pari all'importo della perdita nel tuo cassetto fiscale. 

Esempio:

  • compri un’azione del titolo Alfa al prezzo di 100€ e la rivendi in perdita al prezzo di 90€.
    Dalla vendita incasserai 90€ e 10€ di minusvalenze saranno caricate all’interno del tuo cassetto fiscale. 

Cosa significa che maturi un credito d’imposta?

Significa che potrai utilizzare le minusvalenze che hai maturato in passato per compensare le imposte che dovresti versare in futuro quando chiuderai un’operazione finanziaria in guadagno.

Infatti, la normativa italiana ti consente di compensare le minusvalenze entro quattro anni dall’anno di imposta in cui le hai maturate.

Riprendiamo l’esempio precedente: acquisti un’azione Alfa al prezzo di 100€ e la rivendi in perdita a 90€, maturando una minusvalenza di 10€.

Successivamente, vendi un'azione del titolo Omega con guadagno: l'hai acquistata a 100€ e la rivendi a 150€, realizzando un guadagno di 50€.

Di conseguenza, dovresti pagare 13€ di imposte sul capital gain (26% di 50€).

Tuttavia, hai un credito d’imposta di 10€ accumulato nel tuo cassetto fiscale che puoi utilizzare per compensare le minusvalenze pregresse.

In questo caso, il credito d’imposta copre completamente le minusvalenze di 10€, riducendo l'importo su cui sei tassato a 40€. Pertanto, pagherai il 26% su 40€, ossia 10,4€.

Dove puoi trovare tutte le informazioni relative alla situazione fiscale dei tuoi investimenti?

Tutti gli intermediari, bancari e non, hanno una sezione dedicata nelle loro piattaforme, solitamente si chiama “posizione fiscale” o “situazione fiscale”.

Questo non è nient’altro che un elenco di tutte le operazioni in ordine cronologico che hai effettuato sul tuo dossier titoli.

All’interno di questa sezione delle piattaforma di investimento puoi trovare anche uno specchietto riepilogativo delle minusvalenze accumulate per ogni anno di imposta, in modo da sapere esattamente quale sarà il termine ultimo entro il quale potrai compensarle.

  1. Compensazione delle minusvalenze: lo stato dell’arte e le novità (forse) in arrivo

Fin qui, relativamente facile, ma il legislatore italiano ha fatto di tutto per complicarci la vita da investitori.

Devi sapere, infatti, che non tutte le plusvalenze possono compensare le minusvalenze accumulate nel tempo.

Tutto dipende da che tipo di strumento finanziario ha prodotto il guadagno, la plusvalenza. 

Infatti, il fisco italiano fa una distinzione tra strumenti finanziari che producono “redditi da capitale” e strumenti che generano “redditi diversi”. 

È una distinzione artificiale e inutilmente complicata, ma che purtroppo ha dei risvolti molto importanti per quanto riguarda la fiscalità degli investitori italiani. 

Infatti, solo i guadagni prodotti con strumenti che generano “redditi diversi” possono essere utilizzati per recuperare le minusvalenze.

Al contrario, i profitti realizzati con strumenti che producono “redditi da capitale”, non possono essere utilizzati per recuperare le minusvalenze e quindi i guadagni saranno tassati integralmente al 26% o al 12,5% anche nel caso in cui tu abbia minusvalenze all’interno del cassetto fiscale.

Qui sotto trovi una tabella riepilogativa per capire quali strumenti finanziari consentono la compensazione delle minusvalenze e quali no. 

Tabella riepilogativa dei prodotti utili a compensare le minusvalenze

Come puoi vedere, le cedole e i dividendi distribuiti da azioni e obbligazioni non possono essere utilizzati per compensare le minusvalenze.

Al contrario, i guadagni in conto capitale, ossia quelli derivanti dalla differenza di prezzo tra acquisto e vendita, possono essere utilizzati per tale compensazione.

Fondi comuni di investimento ed ETF, invece, producono in ogni caso redditi da capitale e perciò non ti consentono di recuperare le minusvalenze. 

Questa è la situazione attuale, piuttosto confusa, riguardo alla tassazione delle plusvalenze e alla compensazione delle minusvalenze.

Da tempo si discute di una riforma fiscale, e la legge delega n. 111 del 2023 ha conferito ampi poteri all'esecutivo in materia.

L’obiettivo è armonizzare la normativa e superare la distinzione tra redditi da capitale e redditi diversi, consentendo la compensazione delle minusvalenze indipendentemente dallo strumento che ha generato la plusvalenza.

Resta da vedere se e in che misura la riforma fiscale modificherà il sistema attuale di tassazione delle rendite finanziarie, ma per ora le regole che hai appena letto sono quelle in vigore.

Vediamo dunque come tradurre tutte queste informazioni in indicazioni pratiche per la gestione dei tuoi investimenti. 

  1. Le strategie per ottimizzare la tassazione degli investimenti

Se hai delle minusvalenze da recuperare, il primo e più importante consiglio è quello di non snaturare il tuo portafoglio e la tua pianificazione finanziaria complessiva solo per cercare di recuperarle. 

Il rischio è proprio quello di creare nuove minusvalenze nel tentativo di recuperare quelle già maturate, un evento che vogliamo assolutamente evitare. 

L’industria finanziaria sa benissimo quanto fascino abbia agli occhi degli investitori l’ottimizzazione fiscale e ha addirittura strutturato dei prodotti complessi come ad esempio i certificati maxi-coupon, che offrono cedole elevate in grado di compensare le minusvalenze.

Tuttavia, nella maggior parte dei casi, questi strumenti non fanno altro che posticipare le minusvalenze di ulteriori 4 anni.

Infatti, dopo l'emissione della maxi cedola, il certificato si deprezza di un importo equivalente a quello della cedola pagata.

In molti casi questi strumenti servono solo a “comprare più tempo” per recuperare le minusvalenze perché vengono abbattute quelle in scadenza e create nuovamente minusvalenze che potranno essere compensate nei 4 anni seguenti. 

Come puoi, quindi, ottimizzare la tassazione sui tuoi investimenti senza stravolgere completamente la tua strategia di investimento?

Una regola fondamentale da seguire è quella di preferire, a parità delle altre caratteristiche, prodotti finanziari che generano redditi diversi per consentirti di abbattere le minusvalenze: 

  1. Obbligazioni singole:

Le plusvalenze derivanti dalla vendita di obbligazioni possono compensare le minusvalenze, ma non le cedole, quindi è importante evitare obbligazioni con un prezzo superiore a 100 o con un alto rendimento cedolare.

Se i tuoi capitali ti permettono una buona diversificazione, considera di costruire parte o tutta la tua componente obbligazionaria con obbligazioni singole.

È importante notare che le plusvalenze sulle obbligazioni sono tassate al 12,5%.

Anche quando si recuperano minusvalenze, è necessario tenere conto di questa aliquota ridotta.

Di conseguenza, una plusvalenza di prezzo su obbligazioni singole riduce le minusvalenze nel cassetto fiscale di un importo pari alla plusvalenza moltiplicata per 48,08%.

Ad esempio, su una plusvalenza di 1.000€, se hai minusvalenze pregresse, non pagheresti tasse, ma le minusvalenze verrebbero ridotte di 480,80€.

  1. Azioni singole:

Se la tua pianificazione prevede una quota di investimento in azioni singole, è utile sapere che i guadagni in conto capitale da queste azioni possono essere utilizzati per compensare le minusvalenze.

Tuttavia, è importante tenere presente che le azioni singole comportano un rischio molto più elevato (rischio specifico) rispetto a qualsiasi ETF azionario ben diversificato.

Pertanto, è fondamentale maneggiarle con estrema cautela.

  1. ETC (Exchange Traded Commodities):

Sono dei prodotti finanziari che ti permettono di investire sulle materie prime.

I più utilizzati nei portafogli degli investitori sono sicuramente gli ETC sull’oro, poiché consentono l’investimento in questa asset class senza la necessità di dover detenere fisicamente e custodire l’oro fisico.

Anche in questo caso le plusvalenze realizzate sugli ETC aiutano a compensare le minusvalenze poiché producono redditi diversi.

Per quanto riguarda gli ETC, è importante prestare attenzione alla modalità di replica.

Non tutti gli ETC sono garantiti dal possesso fisico del sottostante, il che significa che possono esporre l’investitore al rischio di insolvenza della controparte.

  1. Certificati di investimento (solo per gli investitori esperti):

I certificati sono a tutti gli effetti prodotti derivati, perciò devono essere maneggiati con estrema attenzione solo dagli investitori più esperti che ne conoscono a fondo le strutture opzionali sottostanti.

Inoltre, i certificati espongono gli investitori al rischio emittente, ovvero il rischio che l'emittente del certificato diventi insolvente e non sia in grado di pagare i proventi o restituire il capitale investito.

  1. Ha davvero senso investire per cercare di recuperare le minusvalenze?

In definitiva, prendere decisioni di investimento con l’unico obiettivo di compensare le minusvalenze è sicuramente una scelta finanziariamente scorretta.

Non ha senso investire in prodotti finanziari che non conosci approfonditamente solo perché possono compensare le minusvalenze.

Assumere rischi, magari senza nemmeno esserne consapevoli, solo per ottimizzare fiscalmente il tuo portafoglio può essere controproducente.

"Recuperare le minusvalenze" non è un piano finanziario; è al massimo un obiettivo secondario.

Questo obiettivo può essere perseguito solo dopo aver elaborato un piano finanziario ben definito, che risponda ai tuoi desideri e necessità future e minimizzi le probabilità di generare ulteriori minusvalenze.

Come dice, giustamente, Warren Buffett:


Dovresti preoccuparti di recuperare le minusvalenze e di come farlo nella pratica solo dopo aver:

  • individuato i tuoi obiettivi finanziari e di vita concreti

  • averli ordinati per importanza e priorità 

  • aver assegnato un orizzonte temporale, un budget di capitale e un’asset allocation adeguata a questi parametri 

Solo alla fine entra in gioco la selezione dei prodotti finanziari più adatti per raggiungere i tuoi obiettivi.

In questa fase, è possibile scegliere strumenti finanziari che siano anche efficienti dal punto di vista fiscale, al fine di ottimizzare il recupero delle minusvalenze.

Se desideri scoprire come costruire il tuo piano finanziario e iniziare a investire ottimizzando la fiscalità, iscriviti alla nostra newsletter gratuita.

Ogni settimana, ti offriamo spiegazioni chiare e semplici su nuovi aspetti del mondo della finanza e degli investimenti.

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